SITO IN FASE D'AGGIORNAMENTO

OSSERVAZIONE AL P.A.T.I. SCHIO-VALDAGNO
Adottato con del.di C.C. n. 40 del 9 aprile 2014

 

 

OGGETTO: Il P.A.T.I. disegna veramente la strada verso il futuro del nostro Centro Storico ?!?!

In data 14/05/2014 su invito dell'A.C., rappresentata dall'Assessore G. Pizzolato e dal Tecnico della Sezione Urbanistica arch. F. Cavedon, abbiamo avuto un incontro, presenti anche i rappresentanti di altre Associazioni culturali, nel corso del quale è stato presentato il PATI e l’allegata VAS.

Dalla successiva presa visione della Relazione illustrativa del Piano, abbiamo potuto verificare la mancanza, sia a livello di analisi che di rielaborazione dei dati, di un ragionamento approfondito e di una conseguente  rielaborazione di progetto in merito al tema del "recupero e della riqualificazione" formale e funzionale del nostro Centro Storico, o meglio Centro Città nel suo complesso, le cui problematiche e disfunzioni si stanno attualmente evidenziando con tutte le loro contraddizioni.

Il nostro Centro Città inteso come "insieme di luoghi e spazi urbani di matrice storica qualificati a definirne l'identità storica e sociale", è stato da molti anni abbandonato per così dire al proprio destino, in attesa di risolutori interventi da parte di operatori privati, privilegiando nel frattempo la crescita e lo sviluppo della Città in direzione sud/est molto più facile e naturale data anche la conformazione orografica del nostro territorio.

La nuova Zona Industriale ed Artigianale con i molti insediamenti commerciali e direzionali sorti all'interno della stessa; la conseguente successiva localizzazione di attrezzature ricettive e di servizio oltre alle limitrofe attrezzature sportive e ricreative di pregio, sono state  motivo di orgoglio e sicuramente a buon titolo "fiore all'occhiello" delle A.C. per oltre trent'anni.

Anche la recente localizzazione del Nuovo Ospedale Alto Vicentino ha confermato e valorizzato tale tendenza assieme ad una eccellente viabilità caratterizzata dalla costruzione di assi di scorrimento e di raccordo veloci quali: il "tunnel" Valdagno - Schio, il Viale dell'Industria, Via Veneto, Via Maestri del lavoro etc. e da un altrettanto valido sistema di assi di distribuzione interna.

Tale sistema viabilistico ha però avuto come effetto non secondario quello di "by-passare" tutta la zona nord-ovest dove è situato il Centro Città.

Nel frattempo e cioè dai primi anni '80 (l'esordio è stato nel 1979 con il Concorso di idee per l'Area Lanerossi-Conte) molte ed impegnative sono state, anche sul piano delle risorse impiegate, le iniziative di carattere divulgativo, molti i convegni, le mostre, le pubblicazioni, i manuali , le iniziative di "urbanistica partecipata" etc.....ma poco o nulla è stato realizzato di concreto se non il ricavo e la sistemazione di spazi impropriamente chiamati "Piazze" e oggetto di molte inconcludenti polemiche e dissertazioni. Tali spazi sono tuttora attraversati da un notevole flusso di traffico, o sono spazi di risulta sopra parcheggi interrati e forse anche per questo liberi dalle auto. Il lento e difficoltoso recupero di alcuni fabbricati storici è stato quasi sempre attuato (dal pubblico o dal privato) a prescindere dal contesto urbano e a questo ben poco relazionato. L’acquisizione da privati di fabbricati e beni storici quali la Caserma Cella, Villa Rossi a Santorso, il Giardino Jacquard con relativo Teatro ed ora anche della Fabbrica Alta, sono stati attuati senza che ci fosse un preventivo chiaro progetto circa il loro utilizzo e la sostenibilità economica della loro manutenzione nel tempo e della loro ristrutturazione e tutela.  

Risultano tuttavia attualmente evidenti, a tutti noi cittadini residenti, le gravi anomalie che lo sviluppo poco equilibrato tra le due parti della nostra città , la Città di vecchio impianto e la Città di recente formazione, ha provocato e queste si possono riscontrare in particolare in alcuni luoghi significativi che sono anche "luoghi del cuore" della Stessa:

1. La vasta area protoindustriale di impianto ottocentesco, connotata dalla presenza di importante patrimonio edilizio ed urbanistico e da un Quartiere ritenuto "modello" a livello nazionale (progetto “globale”dell’arch. C. Negrin) che si trova in stato di avanzato abbandono e degrado e risulta come “smembrata” rispetto al suo insieme originario ed impropriamente e pesantemente  attraversata da  un arteria di traffico sempre molto congestionata quale Viale Maraschin (in origine viabilità solo interna al Quartiere) che a giorni scarica in parte anche sulla viabilità minore dello stesso Quartiere. Si ha così un Quartiere modello, oggetto qualche anno fa di un "Piano di recupero" che di fatto ha funzionato solo come  "manuale degli interventi edilizi" privo come è di proposte di respiro urbanistico, attualmente intasato di auto in sosta e di traffico di attraversamento rumoroso ed inquinante.

2. Fabbricati storici importanti, parti integranti del vecchio Quartiere quali: la Chiesa di S. Antonio, il nuovo teatro Civico, le Scuole P. Maraschin, l' Asilo Rossi , con l’ ingresso principale che prospetta o su di una rotatoria (nuova rotatoria in faccia al Teatro Civico e rotatoria del "monumento "per la Chiesa di S. Antonio) o su "slarghi"e marciapiedi adibiti a parcheggio (Asilo Rossi e Scuole Maraschin) che sono aree comunque sempre congestionate da auto e traffico.

3. Storico Viale alberato “Trento e Trieste” e relativo incrocio con Via Venezia, direttamente affiancati da un lato dagli unici giardini pubblici ormai rimasti in Centro, pure congestionato dal traffico pesante, dal rumore e dallo smog.

4. Piazze?! centrali “Almerigo” e “Rossi” attraversate in doppio senso di marcia dal traffico di accesso e attraversamento in direzione sud/est e Piazza dello Statuto adibita interamente a parcheggio come pure Piazzetta IV Novembre.

5. Area verde del Castello e della Valletta, potenziali "polmone verde" del Centro pure attraversate nelle due direzioni da intenso traffico pesante, costituendo, sopratutto nei giorni di chiusura del Centro, unica alternativa di collegamento diretto con Via Rovereto in direzione nord/est.

6. Stazione ferroviaria situata nella parte terminale dell'asse stradale di Via Btg. Val Leogra, in corrispondenza dell'incrocio con l’asse di Viale Maraschin e di via Baccarini , pericolosamente accessibile da pedoni e cicli solo attraverso tali assi stradali.

Ciò premesso, pur per sommi capi, riteniamo urgente un'intervento globale di "ricomposizione urbana" in grado di collegare e reintegrare in un sistema organico tutte le parti del Centro città che originariamente rappresentavano un "unicum": Quartiere Rossi, come "insieme" non solo di edifici residenziali di valore storico-ambientale ma di tutto il complesso di aree e luoghi urbani “speciali” ad esso collegati come sopra descritti.

E ciò principalmente attraverso specifiche "azioni" quali:

A. Eliminazione del traffico veicolare pesante e di scorrimento veloce da Viale P.Maraschin, (l'area di Via Maraschin potrebbe essere opportunamente adibita in parte, assieme all'area degli insediamenti protoindustriali opportunamente collegate, ad area di sosta per i residenti nel Quartiere) e limiti drastici al traffico veicolare interno al Quartiere residenziale, con la realizzazione del tratto (circa 1500 metri) della S.S.46 cosiddetta "destra Leogra" dall’abitato di Pievebelvicino al ponte in località  Liviera .

B. Eliminazione del traffico di attraversamento del Centro e della Valletta con la realizzazione del tanto annunciato "tunnel " che dovrebbe collegare Via L. da Vinci, zona del vecchio Ospedale, a Via Rovereto per un totale di circa 300 metri.

A tali opere non è mai stata data attuazione nonostante compaiano, non a caso, già nei primi Piani Regolatori della città fin dagli anni '50 e '70 e siano sempre state da questi, come peraltro dal PATI all’esame, riconfermate come necessarie e attuabili.

Ora che Torrebelvicino è riuscita a fare realizzare il tratto di SS46 risolvendo così anche il problema dell'attraversamento del traffico pesante del proprio Centro, a noi rimane l’impegno di proseguire realizzando l’opera per la restante parte anche per dare alla stessa un senso compiuto.

AUSPICHIAMO QUINDI CHE TALI OPERE ABBIANO LA PRIORITA’ E CHE SIANO OGGETTO DEL PRIMO PROGRAMMA DI INTERVENTO DEL P.A.T.I ..

Solo allora Il problema della riqualificazione del Centro Città potrebbe prendere l’avvio e non saremo più costretti a “pensare in piccolo” con progetti " palliativi "o a perdere tempo e risorse nel discutere sulla Z T L, o di urbanistica partecipata o di arredo urbano.Il problema sarebbe così affrontato e risolto alla radice.

La Presidente della Sezione di Schio di Italia Nostra:

Dott.ssa Marialberta De Marchi Fantelli

 

Schio, 23 giugno 2014

 

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